Insolvenze, quali vie di recupero?
Il recupero di un credito rappresenta, per un'impresa, un'equazione tutt'altro che semplice. Scegliendo le strategie errate, infatti, si rischia di non ottenere nemmeno un sostegno fiscale in caso di esito negativo. I suggerimenti dell'avvocato Alberto Malavolta, tra soluzioni stragiudiziali e tribunali
di Dean Coleman
L'affermarsi delle soluzioni stragiudiziali all'interno di una società è, da un lato, sinonimo di avanzamento meccanicistico del sistema giustizia e, dall' altro, il sintomo di un'insofferenza. Rappresenta, infatti, una reazione, da parte della società civile, dinanzi a un'inefficienza della cosa pubblica. E la classe forense si deve adeguare. Tuttavia, è pericoloso il ricorrere ecccessivamente allo stragiudiziale, come sostiene l'avvocaco Alberto Malavolta. «Occorre una sinergia di sctumenti stragiudiziali e giudiziali» sostiene il legale, che affronta una delle questioni più sensibili per le imprese italiane: il recupero crediti.
Cosa può comportare il tentativo di recupero in via stragiudiziale?
«Se non si intraprende un'azione legale, spesso, il debitore resta totalmente inattivo rispetto all'adempimento della sua obbligazione. Va da se, comunque, che il tutto dipende dalla formula stragiudiziale che si sceglie di intraprendere. Troppo spesso si assiste alla compilazione di solleciti che non sensibilizzano in maniera compiuta il debitore sui potenziali rischi del protrarsi del suo stato di insolvenza. Una compilazione dettagliata, invece, porta a notevoli soddisfazioni e maggiori recuperi stragiudiziali».
Però, come ha già dichiarato, questo non è sufficiente.
«Le imprese hanno e devono avere sempre interesse al recupero del credito o comunque al suo tentativo, godendo di benefici detrattivi fiscali in caso di esito negativo della procedura. E d'obbligo però specificare che le aziende non possono essere correttamente scrvite dal legale solo attraverso la procedura stragiudiziale, tenendo conto che le normative fiscali precludono la possibilità di porre a perdita il credico insoluto solcanto sulla base del tentativo stragiudiziale fallito. L'avvocato deve quindi saper consigliare in relazione alle singole situazioni e all'importo del credito insoddisfatto. Le imprese godranno allora dei benefici del tentativo stragiudiziale non andato a buon fine solo per gli importi più piccoli per i quali l'Agenzia delle Entrate accetta la missiva dell'avvocato circa l'antieconomicità di recupero di quel credito».
Come professionista quale strategia adotta generalmente?
«In primo luogo effettuo ricerche mirate sul patrimonio del debitore e sulla sua solvibilità presente e pregressa. Successivamente consiglio l'invio di un'unica messa in mora e diffida ad adempiere al debitore rappresentandogli analiticamente quali potrebbero essere le conseguenze del protrarsi del suo stato d'insolvenza. Qualora l'importo della sofferenza sia consistente, punto alla via giudiziale poiché è l'unica che in caso negativo comunque garantisce di poter usufruire di detrazioni fiscali».
Volendo si puo anche frazionare il debito?
Certamente. E l'escamotage che si può proporre in Tribunale richiedendo prima un sequestro conservativo e, in seguito, un decreto ingiuntivo con la formula della provvisoria esecuzione adduccendo quale motivo di urgenza ii sequestro conservativo già preliminarmente depositato. Questa procedura spesso perrnette di abbreviare i tempi di esecuzione di ben 40 giorni, lasciando al debitore per il pagamento solo ii tempo previsto dall'atto di precetto».